Questo mondo non ci renderà cattivi

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Questo mondo non ci renderà cattivi

"Questo mondo non mi renderà cattivo" è la nuova serie animata creata da Zerocalcare che ha catturato il mio cuore più di quanto già non mi aspettassi. Segue il grande successo di "Strappare lungo i bordi", con la quale non ha continuità narrativa e ci riporta nel mondo unico e affascinante di Zerocalcare, con i suoi personaggi iconici come Zero, Sarah, Secco e l'Armadillo. Questa volta si aggiunge un nuovo personaggio, Cesare, il cui ritorno in città dopo anni di assenza dà il via ad una trama ricca di riflessioni.

La serie

La serie, prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, esplora le grandi tematiche introspettive che hanno reso Zerocalcare uno dei nomi più popolari della cultura italiana contemporanea: le contraddizioni della vita, la ricerca di se stessi e le difficoltà che si incontrano in questo percorso. Le sei puntate raccontano del ritorno in città di un vecchio amico di Zerocalcare, che dopo anni di lontananza fatica a riconoscere il posto in cui è cresciuto.

Dal punto di vista estetico, come già successo per la serie precedente, ho trovato "Questo mondo non mi renderà cattivo" particolarmente familiare per le ambientazioni romane. Abitando anch'io nella capitale da qualche anno ed in un quartiere piuttosto popolare apprezzo la capacità di Zero di dipingere la sua (beh, ormai nostra) città in un perfetto bilanciamento tra fascino, brutture e contraddizioni anche dal punto di vista visivo. Facendo un paragone con la scorsa serie, azzarderei che in questa ultima produzione il tratto è più "elegante".

Gli episodi di circa 30 minuti ciascuno (più lunghi di "Strappare lungo i bordi"), volano via in un soffio. Come sempre l'alternarsi di flashback e inserti divertenti anche talvolta nel bel mezzo di momenti emotivamente impegnativi mantiene alta l'attenzione, fornisce il contesto giusto senza ricorrere a spiegoni e sdrammatizza quanto basta per rendere questo mix agrodolce godibile da vedere tutto d'un fiato. Zerocalcare è un ninja delle emozioni: arriva all'improvviso colpisce forte e con una precisione chirurgica e sparisce nella nuvola di fumo di una gag in un continuo rollercoaster di sensazioni. Io ho visto dalla prima all'ultima puntata tutto d'un fiato, e sono certo sarà così per la gran parte degli spettatori.

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La voce di una generazione

Si è detto tante volte, e questa non è una eccezione. Zerocalcare coglie perfettamente il vissuto, i drammi, la psicologia dei millennial e non soltanto per i riferimenti culturali (sebbene questa volta credo siano in numero inferiore rispetto al solito) e per l'accurata scelta dei brani musicali che è quasi totalmente sovrapponibile ad una mia playlist su Spotify. Sarà per questo che questo autore riceve una quantità di affetto fuori dal comune: basta contare le persone ad un qualsiasi evento al quale partecipa. Io in particolare, come lui aggrappato al mio lavoro come fosse l'unico scoglio in un oceano infinito, mi immedesimo terribilmente nello struggle che Zerocalcare rappresenta magistralmente con le sue metafore sempre azzeccate circa l'avere da un lato successo e al contempo avere questo senso di allontanamento.

Questa connessione la sento ancora più mia se penso che ormai da oltre 10 anni ho modo di collaborare in vario modo con BAO Publishing (la casa editrice che già dal primo libro ha creduto in Zerocalcare e che ha seguito anche il progetto delle serie Netflix con una capacità fuori dal comune di comprendere e valorizzare il diverso media). Nel mio piccolo(issimo) sono testimone oculare di un mix incredibile di umiltà, passione, grandissima qualità e sincerità sia dell'autore che dell'ecosistema Zerocalcare che credo siano unici e irripetibili (a proposito, devo correre a complimentarmi!)

Fatevi un regalo, segnate subito "Questo mondo non mi renderà cattivo" per la vostra prossima serata Netflix.

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